Carissime colleghe e Carissimi colleghi,
vi invio un interessantissimo articolo che mi è giunto tramite e-mail da UNIVADIS.
Cordialmente
Gaetano
Notizie Mediche del Giorno
Fimmg, medici famiglia in formazione pagati metà rispetto a specializzandi
Roma, 12 mag. (Adnkronos Salute) - I medici di famiglia in formazione guadagnano la metà dei loro colleghi specializzandi in altri settori della medicina. E sono anche penalizzati per quanto riguarda i contributi previdenziali, praticamente 'impercettibili'. Una discriminazione che rende meno attraente la professione per i giovani laureati e mina alla base le prospettive di ricambio generazionale, oltre a non garantire la pari dignità. E' la denuncia della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) che annuncia la costituzione di un comparto ad hoc del sindacato, per "seguire meglio i medici in formazione e garantire loro la giusta dignità". In comparto sarà presentato a Roma il 23 maggio, segnala all'ADNKRONOS SALUTE Domenico Crisarà, segretario nazionale della Fimmg-Continuità assistenziale, a cui è affidata la nuova sezione. Ogni anno i medici di famiglia in formazione sono circa 1.500 e, oltre a seguire una formazione teorica, come i loro colleghi specializzandi "fanno attività assistenziale concreta, con un rapporto di esclusività che non permette di fare altri lavori", ricorda Crisarà. Per i tre anni di formazione, infatti, sono impegnati "negli ambulatori dei medici di famiglia titolari, ma anche nei consultori, nei Sert, nei reparti di ostetricia e ginecologia, in pediatria e nei Pronto soccorso. La loro retribuzione, però - spiega Crisarà - è di circa 900 euro, contro i 1.800 del contratto di formazione medici specializzandi". Il primo atto del nuovo comparto del sindacato, dunque, sarà quello di chiedere l'equiparazione. "Chiediamo che Governo e le Regioni - aggiunge il sindacalista - riadeguino il compenso dei medici di medicina generale in formazione. Questo non è solo un problema di sopravvivenza, ma anche di dignità di ruolo: così si alimenta una cultura che considera il medico di famiglia un camice bianco di serie B". Si parla sempre del ruolo fondamentale della medicina di famiglia per il nostro sistema sanitario, sottolinea Crisarà, "ma non si fa molto per incentivare i giovani a seguire la professione. Qual è infatti il motivo per cui un giovane laureato deve scegliere questa professione quando - oltre alla scarsa presenza della materia nelle università, praticamente 'sconosciuta' agli studenti - nei primi tre anni di formazione guadagna la metà degli altri medici che si specializzano e con prospettive di inserimento più difficili?". E poi c'è il problema della previdenza che, nel periodo formativo, è minima. "E, con le difficoltà di stabilizzazioni che ci sono oggi, i giovani medici rischiano di cominciare a pagare contributi utili solo dopo i 40 anni, con la prospettiva di una pensione bassa per loro e un problema di sostenibilità anche per l'Enpam, l'istituto di previdenza dei medici". Alla presentazione del nuovo comparto, a cui già anno aderito quasi un migliaio di camici bianchi, prevista nella sede romana della Fimmg, parteciperanno tra gli altri il segretario della Fimmg, Giacomo Milillo, il presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Amedeo Bianco, e i rappresentanti provinciali del nuovo comparto.